Prefazione

Perché aprire un blog con un post intitolato “Prefazione”? Perché oltre che essere un normale blog nel quale dirò qualche minchiata qua e là, in modo da nascondere accuratamente le poche cose serie che verranno nel tempo, “Posizioni Precarie” vuole essere un raccoglitore di riflessioni e racconti, o presunti tali, sul mondo di un neo-laureato, per cause di forza maggiore  in cerca di lavoro. Dire che si parlerà di precariato mi sembra troppo, perché su certe cose non c’è molto da scherzare, ma soprattutto perché io precario non lo sono mai stato.

Volendo non cambiare i termini della discussione, si potrebbe benissimo dire che sono un “pre-precario”, ossia qualcuno che allo stadio di precario deve ancora arrivarci. E non passi l’idea che non ci stia provando. La carta di credito l’ho ormai devoluta alle amate Ferrovie dello Stato (anche se ormai sono private), per rimediare al fatto che, non avendo alcun tipo di reddito, non posso ancora donarne l’otto per mille ad un ente meritevole.

La parte narrativa, quindi, verterà soprattutto sulle peripezie,  ovviamente  inventate di sana pianta (o no?), che la maggior parte di noi vive quando parte per fare vari colloqui di lavoro, stage di brevissima durata e cose del genere.

Ma allora perché chiamarlo “Posizioni Precarie”? Perché pur non potendo fregiarmi del titolo in questione, nella condizione di cui sto parlando quasi tutto è precario: non so dove sarò nei prossimi mesi ed a fare che cosa, non so che dialetto parlerò, in che locali andrò a bere, non so quanti e quali amici avrò e così via.

In termini più generali, “posizioni precarie” fa riferimento al fatto che tutto (le nostre convinzioni, sensazioni, pensieri) è in un certo senso giusto e sbagliato contemporaneamente, sicuro ed allo stesso tempo fragile. Se non la pensate così probabilmente sbagliate, e con la stessa probabilità sbaglio io. Secondo me dovreste pensarla così, se non lo fate probabilmente state vivendo una vita felice…beati voi.

3 commenti:

  1. in bocca al lupo per il tuo nuovo blog!

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  2. in fondo anche le veline sono delle precarie, e mica se la passano tanto male...eh eh...seguiremo gli sviluppi !

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  3. Mi ricordo di un mio professore all'università (tanti anni or sono) che amava ripetere che noi esseri umani stiamo in piedi per scommessa. In effetti, per quella che è la superficie dei nostri piedi, sarebbe impossibile mantenere la posizione eretta se non fosse per un'infinità di continui micro-movimenti di assestamento. Il che equivale a dire che, ad andare avanti su "posizioni precarie", abbiamo tutti un'antica attitudine. Buon viaggio, allora...

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