Quanto costano i nostri CV?

Vi siete mai chiesti il valore economico dei vostro Curriculum Vitae? Quando le aziende, durante i colloqui, dicono che noi “siamo un investimento per l’azienda”, si chiedono mai quanto noi (nel mio caso la mia famiglia) abbiamo investito di tasca nostra per arrivare a fare quel colloquio, spese di viaggio escluse?

Con questi interrogativi che mi frullavano nella testa, ho pensato di creare un foglio excel impostato per calcolare quanto abbiamo speso per far sì che quello che presentiamo sia il nostro CV. Lo trovate qui, basta solo che lo scarichiate e lo compiliate!

Per ora è basato quasi esclusivamente su tasse e affitti, considerando che molte delle altre spese le avremmo comunque sostenute. Sto cercando di ampliare con i casti dei materiali didattici ed un metodo per valutare eventuali esperienze all’estero, soprattutto per quei paesi in cui il tenore di vita è più alto del nostro.

Sperando che sia di vostro gradimento, vi prego di contattarmi per qualsiasi ragione! Inoltre, so non avete paura che vi rubi dei dati per vendervi il viagra, potete mandare la cifra che avete speso o per email o postando un commento: l’idea è quella di fare delle mini-statistiche, al fine di consolarci a vicenda.

Leggi tutto...

Prefazione

Perché aprire un blog con un post intitolato “Prefazione”? Perché oltre che essere un normale blog nel quale dirò qualche minchiata qua e là, in modo da nascondere accuratamente le poche cose serie che verranno nel tempo, “Posizioni Precarie” vuole essere un raccoglitore di riflessioni e racconti, o presunti tali, sul mondo di un neo-laureato, per cause di forza maggiore  in cerca di lavoro. Dire che si parlerà di precariato mi sembra troppo, perché su certe cose non c’è molto da scherzare, ma soprattutto perché io precario non lo sono mai stato.

Volendo non cambiare i termini della discussione, si potrebbe benissimo dire che sono un “pre-precario”, ossia qualcuno che allo stadio di precario deve ancora arrivarci. E non passi l’idea che non ci stia provando. La carta di credito l’ho ormai devoluta alle amate Ferrovie dello Stato (anche se ormai sono private), per rimediare al fatto che, non avendo alcun tipo di reddito, non posso ancora donarne l’otto per mille ad un ente meritevole.

La parte narrativa, quindi, verterà soprattutto sulle peripezie,  ovviamente  inventate di sana pianta (o no?), che la maggior parte di noi vive quando parte per fare vari colloqui di lavoro, stage di brevissima durata e cose del genere.

Ma allora perché chiamarlo “Posizioni Precarie”? Perché pur non potendo fregiarmi del titolo in questione, nella condizione di cui sto parlando quasi tutto è precario: non so dove sarò nei prossimi mesi ed a fare che cosa, non so che dialetto parlerò, in che locali andrò a bere, non so quanti e quali amici avrò e così via.

In termini più generali, “posizioni precarie” fa riferimento al fatto che tutto (le nostre convinzioni, sensazioni, pensieri) è in un certo senso giusto e sbagliato contemporaneamente, sicuro ed allo stesso tempo fragile. Se non la pensate così probabilmente sbagliate, e con la stessa probabilità sbaglio io. Secondo me dovreste pensarla così, se non lo fate probabilmente state vivendo una vita felice…beati voi.

Leggi tutto...